Volete andarvene anche voi?

“Volete andarvene anche voi?” sono le sorprendenti parole che Gesù rivolge ai suoi discepoli. Siamo alla fine del sesto capitolo del Vangelo di Giovanni, che era stato aperto dal miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci. Da questo miracolo in avanti è cominciato un dialogo fra Gesù e i suoi interlocutori (che alla fin fine siamo noi oggi) dove il Figlio di Dio mostra la grande verità sull’Eucarestia, ovvero il Pane vivo disceso dal cielo. L’Eucarestia che è la carne di Cristo donata a noi perché, e qui vengono le vertigini, chi ne mangia abbia la vita eterna! Davanti alla verità su chi è Gesù e su quello che siamo invitati ad essere noi davanti a Lui, monta poco alla volta una forma di resistenza e di rifiuto. “Come può costui darci la sua carne da mangiare?”.

Una obiezione che anche oggi è presente: “Cosa vuoi tu Gesù dalla mia vita?”, “Cosa pretendi?”. E via di seguito. Dall’obiezione si passa al rifiuto, all’abbandono. Gli interlocutori di Gesù, dopo aver avuto la pancia piena dei pani e dei pesci, non sono stati capaci di essere toccati e nutriti dalla verità. Hanno preferito rimanere nel loro brodo, fatto di materialismo e di indifferenza davanti a Cristo e a tutto ciò che viene da Lui. Un mondo che rifiuta o accantona in un angolo la dimensione dell’eternità, che pure sarà il nostro destino dopo la morte.  E’ il profondo dramma della realtà di oggi, che pur avendo davanti duemila anni di Cristianesimo, fatti di Tradizione (quella vera) di annuncio della Parola, di testimonianza della carità, di dono dei Sacramenti, preferisce ancora il dubbio e l’indifferenza: “Come può costui darci la sua carne da mangiare?”. Eppure davanti a questo quadro cosa ha fatto, e cosa fa ancora oggi Gesù? . “Volete andarvene anche voi?”.  Non ci trattiene con la forza, non cerca disperati tentativi di persuasione o di ricatto emotivo. “Volete andarvene?” sono le parole che Cristo rivolge ai pochi rimasti, i Dodici, mentre gli altri se ne erano già andati. Gesù non ci vuole prendere con la forza, ci lascia liberi. Liberi di seguirLo o anche di rifiutarLo. Che grandezza un Dio che prende sul serio la mia umanità, che la ama e la rispetta, che interpella il dono, e la responsabilità grande della mia libertà. Davanti alla domanda che Cristo rivolge ai suoi Dodici si erge la risposta, bella e commovente di Pietro: “Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna”. Tu o Cristo, sei l’unico che dice la verità sulla mia vita e sulla vita del mondo. Via da te c’è l’illusione e poi il vuoto, via da te perdo il senso del presente e smarrisco la strada del futuro nell’eternità che Tu mi hai preparato. Sì o Cristo, fa che anche io trovi in Te le parole di vita eterna!              don Luca