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Oratorio S. Giovanni
L’oratorio di S. Giovanni è citato nella Visita Pastorale del vescovo Lazzaro Carafino del 1637. La sua edificazione, fatta risalire a qualche anno prima per volere dell’abate Giovanni Pizzetta, erede di beni di facoltosi cremiesi a causa dell’estinzione dei parenti prossimi, fu a disposizione della popolazione che abitava la parte alta del paese. Don santo Monti lo cita in località Samaino, di patronato Tarra e dedicato alla Natività di S. Giovanni Battista. In archivio parrocchiale è documentata la vendita a privati dell’oratorio nel 1973; voce popolare ricorda la cessione del dipinto raffigurante la Natività del Battista ancora a privati, negli anni ’50 del secolo scorso, riportato come “un grande quadro di legno in vari spartiti”, ancora dal Monti. Attualmente l’edificio è inagibile ma all’interno è ancora fruibile una pittura murale sul soffitto del piccolo locale, che ricorda in due riquadri gli Evangelisti, dipinti in coppia entro elementari cornici; di modesta fattura, è forse opera di un pittore locale. Verosimilmente, accanto all’oratorio sorgeva l’abitazione dei sacerdoti, poiché una casa vicina conserva i segni della passata presenza religiosa nelle pietre che fungono da stipiti, travi e gradini. Ma, forse in epoca anteriore già doveva esistere una cappella, attualmente inglobata e della quale è evidente l’arco d’apertura che successivamente è stato murato e sul quale sopravvive la data .564. Accanto si legge la sinopia di una pittura strappata ancora più antica, con sovrascritta gotica e fascia ornamentale dai colori originali. Si tratta di una Madonna con Bambino che è la riproduzione speculare della tavola della Vergine col Bambino della chiesa di S. Vito, ed è avvicinabile alla mano di Battista Malacrida da Musso.