La chiesa di Musso, edificata in stile romanico, databile intorno al XII secolo. La prima notizia comprovata risale, per, al 1337 quando in un documento si attesta che questa chiesa era anticamente dedicata ai Santi Nazzaro e Celso e serviva una popolazione maggiore dell’attuale, dato che comprendeva anche il territorio di Pianello del Lario, staccatosi da Musso nel 1472. Nel 1387 la chiesa viene eretta in parrocchiale e intitolata a San Biagio. La parrocchia di Musso fu la prima ad emanciparsi, nel 1887, dalla matrice di Dongo, come risulta da un ordine di precedenza, da osservarsi nelle cerimonie dei parroci della pieve di Dongo, conservato in quell’archivio arcipretale.L’edificio presenta forma basilicale con facciata a capanna, pianta longitudinale a tre navate e abside semicircolare, volta ad oriente. All’esterno, la facciata, un tempo affrescata, coronata da archetti poggianti su piccole mensole e presenta tre portali marmorei, con arco a tutto sesto, corrispondenti alle tre navate interne. Sull’architrave del portale centrale incisa la data 1507, epoca in cui fu terminata la facciata. Sulle tre lunette, sopra le porte, sono affrescate scene della vita di San Biagio che campeggia anche a mezzo busto sotto il grande rosone centrale, murato nel 1812 a seguito del posizionamento del nuovo organo Serassi all’interno della chiesa. Sul fianco destro, un piccolo portico formato da tre archi poggianti su colonne fiancheggia un piazzale dove, verso est, posta una vasca battesimale ad immersione, di forma ottagonale, scavata in un unico blocco di marmo di Musso, probabilmente risalente alla fondazione della chiesa. Nel lato ovest, a confine con la strada Regina, svetta isolata la massiccia torre campanaria, edificata nel 1730 dopo la demolizione di quella pi antica che sorgeva in fondo al porticato. L’abside della chiesa, anche per vincere il dislivello del terreno verso il lago, poggia su una robusta costruzione ad archi sulla quale si snoda un piccolo sagrato semicircolare, vero balcone aereo da cui si domina l’alto lago.All’interno la chiesa ripartita in tre navate. Quella centrale si conclude nell’altare maggiore. La navata di sinistra termina con un altare decorato(effigi del leone di san Marco, San Biagio, la Pentecoste, San Benedetto, il toro di San Luca) e conserva una tela, di gradevole fattura raffigurante l’adorazione dei Magi; quella di destra con un altare anch’esso decorato a tempera con simboli mariani: un pozzo, una torre, una scala, le stelle, il sole, la luna, uno specchio, fiori e arricchito da una piccola tela secentesca raffigurante l’Annunciazione. Le navate sono tra loro delimitate dalle fila di tre colonne monolitiche in marmo bianco di Musso, i cui capitelli a foglia d’acanto sostengono le arcate. La navata centrale presenta un soffitto a capriate di legno scoperto, mentre quelle laterali, pi basse, sono suddivise in campate rettangolari con volte a crociera, le cui vele si uniscono alla sommit nella chiave di volta raffigurante alternativamente la croce greca o l’agnello immolato. A fianco della navata di destra si apre la sagrestia nuova . A fianco della navata di sinistra si aprono due cappelle. La prima venne utilizzata per molti anni come Battistero, essendo dotata di un “vaso del Sacrofonte Battesimale” in marmo, come si deduce da un documento che registra il pagamento dello stesso a tale Carlo Raffo datato 3 agosto 1736. La seconda, alla quale si accede passando sul fianco destro dell’altare della Beata Vergine del Carmine, meglio conosciuta come oratorio dei Confratelli del S.S. Sacramento e del Carmine, reca affrescati San Carlo sulla parete di fondo, e, sulla volta in due tondi, la Madonna del Carmine con la Vergine e il Bambino accanto che porge lo scapolare a S. Simone e l’adorazione del santissimo Sacramento che presenta l’Ostia consacrata nell’ostensorio, i simboli della spiga e dell’uva, con angioletti adoranti. In fondo alla navata di sinistra, ai piedi dell’altare maggiore, esattamente di fronte all’attuale sagrestia, posta nella navata di destra, si accede ad un locale, l’antica sagrestia, che ora funge da passaggio che porta ad piccolo sagrato, l’antico cimitero detto di Santa Marta, al centro del quale all’interno di un giardinetto campeggia il” vaso del Sacrofonte Battesimale” ora utilizzato come fioriera.All’interno della chiesa gli affreschi pi antichi ancora conservati sono quelli dipinti sulle lesene all’ingresso del presbiterio: a sinistra S. Antonio Abate datato 1502 e a destra S. Defendente attribuito al pittore nativo di Musso, Battista Malacrida. Nella chiesa, sulla volta absidale e nelle fasce sopra le colonne, si sviluppano gli affreschi ottocenteschi di Luigi Tagliaferri completati dagli ornati del fratello Achille. Anche la balconata della cantoria e la cassa dell’organo risultano dipinte ad opera del pittore Luigi Tagliaferri.