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L’Oratorio di S. Anna
Le prime notizie certe su questa chiesetta che sorge al centro dell’abitato della frazione “S. Anna”, fino al secolo scorso la piu’ numerosa del paese, si trovano in documenti notarili risalenti agli anni 1636-37, al periodo cioé della seconda grande epidemia di peste, agli anni cioé in cui nella diffusa coscienza della precarietà della vita umana si ricorreva alla fiducia nell’aiuto divino onde salvarsi dal morbo. La decisione di edificare era già stata presa fin dall’aprile 1636, quando un emigrante pianellese a Genova, Giovan Domenico Sciucchi del fu Pietro lega alla veneranda fabbrica della chiesa di S. Anna aurei 50 da dare ai fabbricieri. Il 15 febbraio dell’anno seguente il migrante Andrea Tavernadel fu Domenico di Belmonte, che aveva botteghe in Milano, lascia dei 30 aurei per la fabbrica, mentre il 12 ottobre 1649 é la volta di Pietro Martire Rebuschini dl fu Bernardo destina all’opera tanta parte dei redditi che ogni anno percepisce sopra il Banco di S. Ambrogio in Milano. Il probabile vero iniziatore dell’opera sembra sia un emigrato arricchitosi a Genova, Giovanni Giacomo Barovelli fu Cristoforo. Da un rogito datato 8 luglio 1652 emerge che egli, a sue spese, aveva fatto costruire un “sacellum”, ossia oratorio, dedicato per devozione a S. Anna in Pianello grande o delle Mole e che per ottenere dal Vescovo la consacrazione dell’edificio sacro deve legarvi l’offerta per la celebrazione di due Messe mensili.
Nel 1661 é realizzata l’opera piu’ preziosa, la tela dell’altare con la Vergine, il Bimbo e Sant’Anna grazie a un legato di Domenico Ciucco, il Giovan Domenico Sciucchi del fu Pietro già citato, nel 1676 si costruisce la sacrestia per un prezzo di lire 200. Relativi a questo secolo sono pure altri legati per la celebrazione di SS. Messe, come quello di Giacomo Carappi di Saliana per una messa settimanale del 1662, di P.M. Rebuschini e di T. Garbella per una messa mensile, di Girolamo Ciapano di Belmonte che nel 1690 lascia tutti i suoi beni alla chiesa di S. Anna e infine di Domenico Taverna, figlio di Andrea, che destina anch’egli, nel 1696, una piccola somma al luogo sacro appena sorto vicino alla sua frazione d’origine.
Nel secolo seguente i maggiori contributi alla chiesetta provengono dalla importante famiglia Perpenti, confinante con essa: Carlo Francesco, figlio del notaio Giovanni e “piissima persona” che abita a Milano, destina il 24 maggio 1707 la rendita di ll. 360 per una Messa quotidiana con cappellano locale che alloggia in una parte della casa Perpenti a lui destinata, prossima alla chiesa, onde poter far scuola ai “figlioli della terra”. Il donatore propone pure di raddoppiare o triplicare il numero delle messe in mancanza di eredi diretti. Il 16 febbraio 1726 Bernardo Francesco Rebuschini, da Milano, fa costruire il portico antistante la chiesa e, venti anni dopo, un G. M. Perpenti che abita in Germania, lascia fra le sue sostanze, la somma per una Messa settimanale sempre in questa chiesa.
Da tutto questo si comprende come la costruzione del luogo sacro, i successivi lavori di abbellimento e di adeguamento alle necessità del tempo siano stati (e lo sono ancora) un’opera corale fatta da ricche famiglie, ma anche da semplici fedeli.
Gli interventi piu’ significativi dal dopoguerra sono stati la sistemazione sul campanile, nel 1949, di due campane offerte come ringraziamento per la fine della guerra e il ritorno dei soldati, la sostituzione delle piote del tetto nel 1963, del vecchio pavimento e dell’altare nel 1969 interamente offerti dalla sig. Amelia Polpavetti ved. Somaini dimorante nell’antica casa dei Perpenti, gli interventi per eliminare almeno in parte l’umidità, la sostituzione della vetrata a lago e altro ancora.
Purtroppo alcuni lavori degli anni cinquanta e sessanta, specie esterni, sono stati errati e hanno cancellato testimonianze storiche significative, quali per esempio la presenza di un antico pozzo sorgente nel lato sinistro, accanto a un piccolo corso d’acqua ora incanalata e nascosta.
La popolazione locale é molto legata a questa chiesetta in cui si celebra due volte al mese e, in forma solenne, il 26 luglio, giorno dedicato alla nonna di Gesu’ ritratta nella tela d’altare.
La suggestiva piazzetta antistante, cui convergono quasi tutte le stradine della frazione chiamata fino a metà Ottocento “Pianello Grande” é sempre stata, nei secoli, luogo di ritrovo e di socializzazione per grandi e bambini.